Alcune ricette partono da ingredienti semplici e diventano il simbolo di una regione. In Piemonte è successo con il bonèt, un dolce al cucchiaio nato dall’unione di cioccolato e rum.
Ma cosa significa “bonèt”? Sembra che il nome derivi dalla forma dello stampo di rame che ricorda un berretto tondo dove veniva cucinato questo budino, c’è chi pensa che il richiamo al cappello derivi dal fatto che venisse servito come fine pasto, come “cappello” a tutto ciò che si era mangiato. Qualsiasi sia la verità, la storia del bonèt piemontese ha origini antiche, nata tra le Langhe e il Monferrato, quando a conclusione dei banchetti medioevali sembra venisse servita una versione bianca di questo dolce, detta “alla monferrina”, una specie di creme caramel preparato solo con latte, uova, amaretti e zucchero. Solo quando il cacao arriva in Europa, intorno al XVIII secolo, il bonèt prende il colore e il gusto che conosciamo e che abbiamo preparato. É una preparazione un po’ lunga ma si sa, per le cose buone serve tempo.
Cosa ci serve per la versione al cioccolato del bonèt piemontese?
500 ml di latte – 100 gr di amaretti – 4 uova – 250 gr di zucchero (100 gr servono per il caramello) – 70 gr di cacao amaro in polvere – un bicchierino scarso di rum
Sbatti le uova con 150 gr di zucchero fino a che sono spumose e chiare e aggiungi il rum. Sminuzza gli amaretti in una polvere sottile e mischiali con cacao setacciato. Mescola cacao e amaretti alle uova e al rum e poi aggiungi il latte e mescola il composto. A parte prepara il caramello facendo sciogliere 100 gr di zucchero in una pentolina antiaderente e versalo caldo nello stampo da plumcake distribuendolo in modo uniforme sul fondo e sui bordi dello stampo – Fai attenzione che il caramello brucia! – Versa il composto nello stampo che dovrai posizionare al centro di una teglia più grande riempita con acqua bollente in modo da coprire lo stampo da plumcake fino a 2/3. Metti poi le due teglie in forno a 180° C per 45-50 minuti. Il segreto del bonèt è proprio la cottura a bagnomaria, lenta e naturale. Il budino è pronto quando è ben rappreso e inizia a staccarsi un po’ dalle pareti dello stampo. Lascia raffreddare a temperatura ambiente e poi in frigo per 2 ore prima di servirlo, magari guarnito con amaretti, nocciole o panna.
E cosa beviamo?
Andiamo in Veneto e stappiamo un ottimo Recioto della Valpolicella, le sue caratteristiche aromatiche sono un perfetto abbinamento con il cioccolato amaro e gli amaretti del Bonet.
E visto che siamo a fine pasto, si può continuare con un bicchierino di rum, il Plantation Dark, lo stesso che abbiamo usato per preparare il dolce.