Chi non conosce il Prosecco? Possiamo dire con tranquillità che è il vino italiano più esportato al mondo e le ragioni possono essere molte: iniziamo a farci un’idea di dove (e come) nasce questo vino. Siamo tra il Veneto e il Friuli Venezia-Giulia, in provincia di Treviso (Veneto), tra il mare e le Prealpi sulle colline di Conegliano Valdobbiadene, in una posizione ideale per la viticoltura, grazie al clima temperato e alla loro posizione da est a ovest che favorisce l’esposizione al sole dei vigneti dei versanti meridionali. La zona di Conegliano è caratterizzata da terreni argillosi di origine alluvionale e morenica, che danno origine a vini con il tipico aroma fruttato, mentre nella zona di Valdobbiadene si trovano terreni di origine molto antica, composti da morene e arenarie che danno origine a vini estremamente fini, con profumi particolarmente floreali. Il 1° agosto 2009, a 40 anni dal riconoscimento della DOC, il Prosecco prodotto a Conegliano Valdobbiadene diventa la 44ª DOCG d’Italia, Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Tutti i vini riportano, in primo piano sull’etichetta, il nome della Denominazione “Conegliano Valdobbiadene”, seguito da Prosecco Superiore nel caso dello spumante. Il vino viene prodotto con un uve del vitigno Glera (minimo 85%) e con uve Verdiso, Bianchetta, Perera, Glera Lunga per un 15% al massimo. Queste sono varietà presenti da secoli nelle colline di Conegliano Valdobbiadene, area circoscritta ai 15 comuni collinari tra le due capitali produttive delle due zone. Lo spumante è prodotto con il Metodo Italiano, perfezionato negli anni e prevede la rifermentazione in autoclave che permette di esaltare i profumi primari e secondari, gli aromi fruttati e floreali, conservando l’eleganza, la vitalità e la freschezza del vino. La tipologia spumante si distingue ulteriormente in:
- Brut fino a 12 g/l di residuo zuccherino
- Extra Dry da 12 a 17 g/l di residuo zuccherino
- Dry da 17 a 32 g/l di residuo zuccherino
Al vertice della piramide qualitativa del prosecco troviamo il Cartizze, ma di questo ne parleremo un’altra volta…ora che ne dite? Prosecchino?