Quelle piacevoli bollicine che ravvivano i vini spumanti piacciono un po’ a tutti ma non sono tutte uguali. Per capire bene come vengono prodotte dobbiamo fare una distinzione tra i due principali metodi di spumantizzazione: il metodo Classico e il metodo Martinotti.
Il Metodo Classico è chiamato anche Champenoise, se si parla di Champagne prodotti nell’omonima regione francese, oppure Crémant, per gli spumanti prodotti nel resto della Francia. Il punto di partenza è una cuvée, cioè una miscela di vini di tipologie e/o annate diverse, oppure da un solo vino di una unica annata se vogliamo produrre uno spumante millesimato. La cuvée viene imbottigliata con l’aggiunta di una selezione di zuccheri e lieviti (tirage), tappata con un tappo a corona per fare la seconda fermentazione in bottiglia: riposa così in posizione orizzontale per un periodo medio di 24/36 mesi che può arrivare anche a 120 mesi e più. In Europa l’invecchiamento minimo sul lievito è di 9 mesi, 15 mesi per lo Champagne non millesimato, 3 anni per lo Champagne Vintage. Il Franciacorta riserva richiede un minimo di 60 mesi da disciplinare.
Inizia così la fase del remuage: ogni bottiglia viene messa nelle pupitre, leggermente inclinata con il collo verso il basso, e viene ruotata di 1/8 ogni giorno per far depositare nel collo i residui della fermentazione. In alcuni casi, il vino imbottigliato trascorre oltre 10 anni sui lieviti in un processo chiamato “autolisi dei lieviti”. Quando la bottiglia raggiunge una posizione verticale, il collo viene congelato con appositi macchinari, per poi procedere alla sboccatura (degorgement): la bottiglia viene stappata e le fecce ghiacciate vengono espulse.
Gli ultimi passaggi sono il dosaggio, dove viene aggiunta una miscela di zuccheri e vino (liqueur d’expedition) per compensare la parte di vino espulsa, e si tappa definitivamente la bottiglia con il classico tappo a fungo. Anche per questo il Metodo Classico è lungo, costoso e complesso e dà vita a vini più strutturati e corposi, con note ricche legate ai lieviti e un perlage (dimensione e struttura delle bollicine) più fine e persistente.
Se in Francia il vino spumante più noto è lo Champagne o il Crémant d’Alsazia o di Borgogna, in Italia ogni regione produce vini spumanti, anche se i più noti sono il Franciacorta e il Trento DOC.
Anche con il Metodo Martinotti (Federico, di Asti, che ha inventato il metodo) detto anche Charmat (Eugéne, che ha brevettato l’attrezzatura per attuare il metodo) si parte da vini bianchi fermi. Dopo la prima fermentazione effettuata nel normale processo di produzione, al vino vengono aggiunti lieviti e zucchero e viene sottoposto a una seconda fermentazione detta presa di spuma in autoclavi (contenitori di acciaio) con pressione controllata e temperatura compresa tra i 14 e i 18 gradi. Durante questa fase, che dura da 30 giorni a 6 mesi, i lieviti “mangiano” gli zuccheri e li trasformano in alcol e anidride carbonica, creando le caratteristiche bollicine. Terminata questa fase il vino viene refrigerato per permettere ai sedimenti di depositarsi sul fondo, poi filtrato e travasato. A questo punto si procede con il dosaggio, aggiungendo la miscela di vino e zucchero che è il tocco distintivo del produttore. Il vino è quindi pronto per essere imbottigliato e, di norma, anche per essere bevuto. Questo metodo, rapido e relativamente semplice, dà vita a vini freschi, leggeri, dal perlage un po’ grossolano e evanescente. Un esempio? Il nostro amato Prosecco.
In conclusione oltre al luogo di provenienza e i vitigni utilizzati, la distinzione principale tra i due metodi è che nel metodo Classico la seconda fermentazione e quindi la spumantizzazione avviene direttamente in bottiglia mentre nel metodo Martinotti la rifermentazione avviene in autoclave. La rapidità del metodo Martinotti però non influisce sulla qualità. In molti casi si tratta di un metodo che, rispetto al metodo Classico, permette di ottenere spumanti sia dolci che secchi con caratteri fruttati e aromatici leggeri e di pronta beva di tutto rispetto.
A voi la scelta, tra le nostre Bollicine e i nostri Champagne