Uno tra i vini più venduti sul nostro sito è il Barolo, un rosso nobile che oggi conosciamo tutti come il Re dei vini. Ma non è sempre stato così: una grossa spinta alla sua notorietà l’ha data Camillo Benso, Conte di Cavour, che già a metà Ottocento ha sperimentato nel suo vigneto sotto il castello di Grinzane, in provincia di Cuneo, nuove tecniche di coltivazione della vigna e vinificazione che hanno portato alla produzione del Barolo come lo conosciamo oggi.
Il giovane Camillo, nel 1832 è stato mandato dal padre ad amministrare la tenuta di famiglia e appena arrivato ne capisce le potenzialità: impianta i vigneti nei terreni collinari e meglio esposti della tenuta, anche se si rende conto che il vino prodotto non è di qualità. Così, qualche anno dopo, si rivolge ad un agronomo ed enologo esperto, il generale Staglieno, che apporta innovazioni sostanziali ai processi di fermentazione, vinificazione e conservazione. Finalmente i vini della tenuta iniziano a essere venduti con successo nel Regno di Sardegna.
Ma a Cavour non basta aver aumentato le vendite, vuole produrre un vino all’altezza dei vini francesi, di Bordeaux e della Borgogna. Per questo avvia una proficua collaborazione con la Marchesa Giulia Colbert Falletti, erede dei proprietari di importanti vigneti ad Alba e a Barolo. Insieme chiesero la consulenza di un noto enologo e commerciante francese, il Conte Louis Oudart che portò migliorie nella cantina, insistendo sulla frequenza dei travasi e che suggerì l’introduzione di nuovi processi di fermentazione e di un prolungato affinamento in legno. Il risultato fu un vino prestigioso e dalle grandi potenzialità: il Barolo diventa un grande vino secco, di lungo affinamento, in grado di evolversi e di durare nel tempo, senza perdere le proprietà tipiche del suolo e del vitigno. Prima delle intuizioni e dell’investimento di Cavour e della Marchesa, il Nebbiolo di quelle terre era un vino dal colore chiaro, tendente al dolce, di scarsa conservabilità e trasportabilità. Oudart fece arrivare dalla Francia le prime 1000 bottiglie di vetro e si imbottigliarono 100 esemplari di “vino vecchio del 1844” probabilmente il primo Barolo messo in bottiglia e la data di inizio della storia moderna del Barolo (e dei suoi millesimi) Il successo fu eccezionale: il Barolo diventa il vino della corte di Carlo Alberto di Savoia e Cavour decide di convertire tutte le cantine del castello alla produzione di questo nuovo vino: in poco tempo il suo Barolo diventa famoso e in grado di competere con i migliori vini francesi.
Il castello di Grinzane Cavour risale al XIII secolo e nel 2014 è stato restaurato e riconosciuto sito Unesco nell’ambito del Paesaggio vitivinicolo di Langhe, Roero e Monferrato. Oggi è la sede dell’Enoteca Regionale Piemontese, di un Museo etnografico e dell’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei vini di Alba. Fin dal 1973 la Scuola Enologica è anche socio conferitore della cooperativa Terre del Barolo e questo ha permesso la valorizzazione delle uve di questa vigna così speciale e la diffusione tra gli appassionati di tutto il mondo, di Grinzane come villaggio storico del Barolo e di questi luoghi pieni di storia che hanno dato origine a un vino che ha fatto e continua a fare la storia della viticoltura italiana.