La Valle d’Aosta non è una terra semplice da coltivare: è sassosa, dura e aspra. Una terra dove l’uomo ha dovuto imparare a ricavare dalla montagna i terrazzamenti per facilitare il lavoro agricolo nella regione. Nella valle della Dora Baltea però il panorama diventa più dolce e il fiume crea una linea guida che indica uno degli itinerari enogastronomici più interessanti delle Alpi e il clima della regione, con inverni rigidi e forti venti estivi ha forgiato vitigni particolarmente resistenti, che portano a delle D.O.C. apprezzate e di qualità.
La Strada del Vino della Valle d’Aosta va da Pont St. Martin, al confine con il Piemonte fino a Morgex, che si trova a 1200 metri, nel cuore della Valdigne e si sviluppa in 5 diversi itinerari che raccontano la storia vitivinicola della regione.
Iniziamo con il primo itinerario che parte da Morgex, che dà anche il nome al vino più noto di quest’area, e si snoda per 12 km ai piedi del Monte Bianco, in una zona ricca di frutteti e pendii dove si producono soprattutto vini bianchi. Il vitigno autoctono qui è il Prié Blanc, a piede franco, che cresce ad alte quote grazie alle rare condizioni climatiche della zona.
Il secondo itinerario è quello del Monte Rosa che si sviluppa per 35 km intorno al centro di Donnas, dove le uve scure del nebbiolo valdostano vengono coltivate già dal 1210 e dominano la produzione di questa zona. Il vino omonimo è prodotto con uve che godono del versante soleggiato della montagna, dalle prime ore del mattino fino al tramonto.
Con il terzo itinerario siamo in zone di moscato, anche nella versione passito, al cospetto del Monte Cervino, in un anello di 16 km che sale fino a Verrayes e ridiscende a valle.
Il quarto itinerario si snoda per 35 km e attraversa 7 comuni, da Fenis a Jovencan, passando per Aosta, situata sulla crocevia dei passi del Grande e Piccolo San Bernardo, in una bellissima conca alpina coronata dal monte Emilius. Aosta si trova in una zona di vestigia romane e medievali ed è sempre stato un importante nodo strategico di passaggio. Qui troviamo vitigni autoctoni come Cornalin, Fumin, Mayolet, Premetta, Petit Rouge, Vien de Nus e vitigno tradizionale Nus Malvoisie, una selezione locale di Pinot Grigio.
L’ultimo itinerario ci porta a percorrere 20 km in zone suggestive che partono nel cuore del maestoso anfiteatro naturale dell’Inferno ad Arvier dove le vigne sono abbarbicate alle roventi pareti rocciose esposte a sud, per poi proseguire fino al promontorio di Les Cretes di Aymavilles, dove si apre la valle costellata di castelli e vigneti ai piedi del Gran Paradiso. Questa zona ha una tradizione agricola molto antica, dove vigneti e frutteti si estendono fino quasi ai piedi del bosco. Qui troviamo quasi tutti vitigni autoctoni tradizionali come Petit Rouge, Fumin, Cornalin, Mayolet, Premetta e possiamo dire che è una delle zone migliori per degustare i sapori più autentici della Valle d’Aosta.
Ed è proprio lungo quest’ultimo itinerario, a Introd, che si trova un vero gioiello: Lo Triolet una piccola cantina famosa per il suo Pinot Gris pluripremiato e davvero degno di nota, che possiamo trovare anche in versione affinata in barrique, o il suo Gewurztraminer, ottima alternativa aquelli dell’Alto Adige. La cantina offre anche moltissimi vini sia bianchi che rossi prodotti con vitigni autoctoni: una particolarità su tutti è l’Heritage: un incredibile sforzato della Valle d’Aosta!