Starai pensando che ci deve essere un errore nel titolo, perché l’Amarone della Valpolicella è tutt’altro che dimenticato, anzi è uno dei vini rossi passiti migliore di tutti i tempi e uno tra i più noti in Italia. Ma ci sono voluti più di 70 anni perché diventasse tale.
La Valpolicella infatti dal 1500 è la culla del Recioto, un vino rosso passito dolce che si produce con vitigni autoctoni della zona come Corvina, Corvinone e Rondinella, proprio gli stessi vitigni che in percentuali rigorosamente stabilite dal disciplinare concorrono a creare l’Amarone. Ma se entrambe i vini sono ottenuti con le stesse uve passite dov’è la differenza? La storia dell’Amarone proprio nasce da una “dimenticanza”.
Si dice infatti che nel 1936 un cantiniere abbia dimenticato una botte di Recioto che stava fermentando sul fondo della cantina e che il vino in questa botte abbia continuato la sua fermentazione fino a consumare tutti gli zuccheri trasformando il dolce Recioto in un vino secco, “amaro”, un Amarone! Quello che sembrava un errore è diventato nel corso degli anni un grande successo internazionale.
Ma entriamo nel dettaglio di come si produce l’Amarone della Valpolicella.
La zona di produzione si trova in Veneto, a nord della provincia di Verona, nella fascia pedemontana, con un’altitudine massima di 500 metri sul livello del mare, che va dal lago di Garda fino quasi alla provincia di Vicenza con un clima mite e non troppo piovoso.
Le uve sono raccolte a mano nel mese di settembre e lasciate appassire naturalmente in apposite cassette di legno o plastica in locali opportunamente ventilati detti “fruttai”: in questo modo l’acqua negli acini evapora naturalmente e gli zuccheri si concentrano, aumentando profumi e aromi. L’appassimento dura circa 3 mesi: a gennaio le uve surmature vengono pigiate e il vino viene travasato in botti di rovere dove affina minimo 2 anni per l’Amarone Classico oppure minimo 4 anni se parliamo di Amarone Riserva.
L’Amarone è un vino dal colore rubino granato, limpido, a volte con riflessi arancio. Il disciplinare prevede minimo 14% in volume alcolico ma la presenza di molti aromi, dovuti all’appassimento delle uve, lo rende un vino morbido e piacevole al gusto. I tannini sono piacevoli e resi meno spigolosi dagli anni di affinamento in legno, è un passito secco strutturato e corposo.
Per esprimere al meglio le proprie potenzialità è bene aprirlo e lasciarlo decantare per qualche ora, in modo che possa respirare e esprimersi al meglio durante la degustazione. L’Amarone è perfetto con piatti della tradizione e piatti a base di carni rosse, ma per la sua complessità e gli intensi profumi può essere anche un ottimo vino da meditazione.
Tra le nostre cantine trovate Franchini e Scriani: noi non vi diciamo nulla perché i loro Amaroni parlano da soli.