No, il primo romanzo del commissario Montalbano non c’entra nulla: ma vi siete mai chiesti perché la bottiglia per conservare il vino ha quella forma e 75 cl di capienza?
Sul mercato oggi possiamo trovare bottiglie che hanno diverse caratteristiche di forma, di consistenza del vetro, di colore per proteggere il vino dalla luce e diversi formati per preservarne le caratteristiche e la sua tipicità ma la capacità standard riconosciuta a livello mondiale è di 75 cl.
Una spiegazione univoca non c’è: secondo alcuni, nella Francia del 1700, questa misura è dovuta alla capacità polmonare dei mastri vetrai che riuscivano in un colpo solo a soffiare e plasmare una bottiglia di tale capacità. Altri pensano che sia la quantità ideale per il pasto di un uomo o meglio i 6 bicchieri da 125 ml usati nelle osterie. Altri ancora sostengono che sia una unità di misura inglese che misurava il volume in galloni imperiali.
Qualunque sia la spiegazione, i produttori di vino sanno che la bottiglia giusta è fondamentale per esaltare le caratteristiche del vino e conservarne le peculiarità. In Italia, nel 1700 nasce l’Albeisa: una bottiglia di origini piemontesi, dalla forma conico-cilindrica ed è la bottiglia perfetta per esaltare le caratteristiche dei grandi vini del Piemonte, come il Barolo e il Barbaresco.
Noi abbiamo scoperto il Barbaresco Basarin di Luigi Voghera: un grande vino, ricco di storia che merita di essere anche sulle vostre tavole. Assolutamente da provare.