Il vino rosato ha una declinazione tutta sua: è un buon compromesso tra un vino bianco e uno rosso e può essere visto come una alternativa meno impegnativa ai vini rossi. È il vino mediterraneo per definizione, che rinfresca le serate estive e che ormai piace in ogni stagione grazie alla sua versatilità: è ottimo soprattutto come aperitivo ma anche con salumi, zuppe, fritture di pesce, piatti freddi estivi, come insalate di pollo. É perfetto con il sushi ed è veramente sorprendente con piatti a base di curry, grazie al suo gusto rotondo e morbido. Va servito fresco, solitamente intorno ai 10°-12°C in modo da esprimere al meglio il profumo fresco e piacevolmente fruttato che li caratterizza. I rosati sono vini da bere giovani, entro 1 o 2 anni ma come si produce? Il vino rosé si ottiene dalle uve nere con cui si producono i vini rossi. Di solito il succo di queste uve è leggero e spesso incolore e il colore rosso é dato dai pigmenti presenti nelle bucce degli acini. Seguendo quindi il metodo della vinificazione per macerazione, quando il mostro inizia a fermentare, se vengono lasciate le bucce avremo un vino rosso, se invece il contatto con le bucce dura pochissimo tempo avremo un vino rosé. Il calcolo del tempo di contatto con le bucce é importantissimo perché ne determina la colorazione e anche il gusto. Un altro metodo per la produzione di vino rosato è chiamato metodo saignèe, o salasso, che prevede il prelievo di una parte di mosto da una tanica di vinacce per la produzione di vino rosso: si otterrà così un rosato dal colore più vivace e dal corpo più deciso. Anche le bollicine possono essere rosa e un metodo semplice per produrlo è quello di assemblare vino bianco e vino rosso: questa tecnica non è vista con favore dagli appassionati né dagli addetti ai lavori tanto che i produttori di Champagne rosé di alta gamma preferiscono comunque la vinificazione con macerazione.